Memorie-2018

 

 

Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: carta TERZA ROMA 

DA ROMA ALLA TERZA ROMA

XXXV SEMINARIO INTERNAZIONALE DI STUDI STORICI

Campidoglio, 21-22 aprile 2015

 

Caselli-Gian-Paolo- CopiaGian Paolo Caselli

Università di Modena e Reggio Emilia

 

IL PROBLEMA DEMOGRAFICO RUSSO, EMIGRAZIONE E CITTADINANZA

 

 

SOMMARIO: 1. Premessa. – 2. Alcuni dati generali. – 3. Le persone in Russia muoiono prima che le persone nell’ovest, qualunque siano le cause di morte. – 4. Il sistema sanitario russo. – 5. L’emigrazione

 

 

1. – Premessa

 

Il problema demografico russo è riassumibile in pochi numeri: la popolazione russa all’epoca della scomparsa dell’Unione Sovietica era di circa 148 milioni di abitanti; attualmente il numero dei cittadini russi è attorno ai 141 milioni. In circa 20 anni sono stati persi circa sette milioni di cittadini russi. La dirigenza russa ha spesso riconosciuto la gravità del problema demografico russo, e negli ultimi dieci anni ha agito su tre piani per tentare di arginare questo terribile fenomeno che non ha precedenti in tempo di pace nel resto del mondo. Ha avviato una politica di incentivazione della natalità con politiche che ricordano le politiche augustee (lex Iulia de maritandis ordinibus), tentativi di riforma del sistema sanitario ereditato dall’epoca sovietica, politiche sull’emigrazione.

Molti studi sono stati compiuti per capire le cause di questo peculiare fenomeno che se non arginato può mettere in pericolo non solo lo sviluppo economico futuro del paese, ma anche la stessa struttura sociale.

Sono stati identificati molti fattori che concorrono a provocare tale fenomeno che verranno discussi successivamente, ma il fenomeno macroscopico che colpisce ogni osservatore di tale fenomeno è la bassa aspettativa di vita di entrambi i sessi, ma soprattutto della popolazione maschile in età lavorativa. Un cittadino russo di sesso maschile di vent’anni in base ai tassi di mortalità del 2010 ha solamente il 63% di probabilità di raggiungere i sessanta anni, mentre un ventenne europeo ha il 90 % di probabilità.

Per gli uomini fino a 64 anni i tassi di mortalità sono 5 volte più alti di quelli nella UE (359 per 100.000 contro 67 per 100.00). Tutti gli esperti convengono che la causa principale di tale strage è il consumo di alcol a cui si aggiungono una dieta sbilanciata, il fumo ed il modo di operare del sistema sanitario russo.

 

 

2. – Alcuni dati generali

 

La tabella susseguente mostra la speranza di vita degli uomini e donne russe in confronto con gli altri paesi che appartenevano all’Unione Sovietica da cui emerge che il problema è comune a tutta l’area post-sovietica con piccole variazioni intorno ad una media che può essere rappresentata dalla Federazione Russa.

 

 

 

 

Nella seconda tabella vengono riportate le spese per la salute sia pubblica che privata dei paesi CSI; la spese pro capite russa è di 998 dollari a parità di potere d’acquisto, pari al 5,1 % del reddito nazionale, la parte pubblica di tale spesa è di 3,2%, il 2 % quella privata, mentre la spesa privata legale ed illegale è circa 31 % della spesa totale.

La differenza della spesa sanitaria russa con quella dei paesi europei è di circa 4 punti percentuali: la quota di spesa sanitaria di tali paesi è pari al 9,10% del reddito contro i cinque della Federazione russa. Gli Stati Uniti spendono per la salute il 15% del reddito nazionale, ma il differenziale con i Paesi Europei in realtà nasconde gli sprechi e le inefficienze del sistema sanitario statunitense in cui si annidano notevoli posizioni di rendita e che in realtà non migliorano le aspettative di vita dei cittadini statunitensi.

Se l’attuale tendenza alla diminuzione della popolazione continuerà, tutte le proiezioni, sia quelle degli istituti russi, sia quella degli istituti occidentali, prevedono che la popolazione russa al 2050 sia compresa fra i centoventi e cento milioni di cittadini. Ovviamente questo avverrà se non verranno adottate misure che riescano ad invertire tale tendenza.

 

Dopo questa esposizione generale è necessario esaminare più dettagliatamente le cause della crisi demografica russa, che sono sostanzialmente quattro:

 

        Basso tasso di fertilità russo.

        Morte precoce delle coorti maschili dai 20 ai sessanta.

        Emigrazione.

        Inefficienza del sistema sanitario russo.

 

La prima causa, ma non la più importante, è il basso tasso di fertilità russo che è un fenomeno di lungo periodo, come risulta dal grafico sottostante; attualmente il tasso di rimpiazzo è di 1,5, mentre quello necessario per tenere la popolazione costante è 2.

 

Come è possibile vedere dal grafico, la crisi di natalità russa non è diversa da quella che si verifica in altri paesi occidentali, ma la differenza della Russia con tali paesi è che la decrescita nella natalità non è accompagnata da un aumento della vita media.

Il governo russo ha preso molti provvedimenti attraverso varie forme di finanziamento alle famiglie per favorire ed incentivare la natalità, ma i demografi sono molto scettici sull’efficacia di tali provvedimenti, poiché l’esperienza storica dimostra che la fertilità femminile cambia molto lentamente ed eventuali picchi di fertilità non sono rilevanti e non mutano la sottostante tendenza.

 

 

3. – Le persone in Russia muoiono prima che le persone nell’ovest, qualunque siano le cause di morte

 

Con il progresso della medicina e lo sviluppo economico e sociale, l’età di morte si innalza per tutti i paesi che avanzano sulla via della crescita economica e sociale. La Russia fa eccezione a questo pattern di sviluppo proprio dei paesi che sono entrati a pieno titolo nella modernità capitalistica. Come abbiamo visto precedentemente i cittadini russi, uomini e donne, muoiono mediamente prima dei cittadini dell’Europa Occidentale, del Giappone e degli Stati Uniti per tutte le cause di morte, come appare dalle tavole seguenti.

 

 

 

 

 

Quello che colpisce è che, come risulta dalla precedente tabella, per tutte la cause di morte, i cittadini russi muoiono prima dei cittadini degli stati occidentali.

In realtà la mortalità russa è sempre stata più alta dei paesi occidentali, ma negli anni successivi alla guerra, il tasso di mortalità è diminuito soprattutto grazie all’uso degli antibiotici, delle vaccinazioni, ma successivamente questa tendenza si è arrestata. L’Unione Sovietica non è riuscita a compiere la transizione da un regime di mortalità che ha vinto le cause di morte curabili con antibiotici, ma non è riuscita ad affrontare le cause di morte come il cancro e le malattie cardiovascolari, che si manifestano normalmente oltre i sessanta anni di età.

La seconda causa di morte è l’alta mortalità infantile, paragonata agli altri paesi ad avanzato sviluppo. Come risulta dal grafico seguente la mortalità infantile russa è molto più alta degli altri paesi avanzati

 

Dal grafico risulta che la mortalità infantile, pur essendo la stessa in Russia e in Europa negli anni Sessanta, è sensibilmente peggiorata e nel 2005 è l’11 per mille, contro il 4,6 dell’Unione Europea, il 6,5 degli Stati Uniti ed il 3 per mille del Giappone.

La seconda importante caratteristica della strana struttura della mortalità russa è il grande numero di cause di morte ad una giovane età. Nei Paesi Occidentali lo sforzo maggiore dagli anni sessanta in poi è stato quello di ridurre la mortalità in età avanzata, dovuta a disturbi circolatori, tumori, diabete; questo cambiamento di obiettivo ha cambiato la scienza medica ed i sistemi di cura.

La grande differenza nella struttura della mortalità fra Paesi Occidentali e Russia risiede nel legame fra tale struttura, sistemi di vita, comportamenti di massa e struttura sanitaria. Non vi è legame più chiaro fra morti maschili e femminili in età fra i 20 ed i 60 anni come nel legame fra malattia cardiovascolare e consumo di alcol. Se ricordiamo il caso della campagna anti alcol del 1985-87 illustra bene il fenomeno. In questo periodo la speranza di vita maschile aumenta di 3,1 anni e per le donne di 1,3.

Questo esempio sottolinea il legame fra sovra-mortalità russa e costumi di vita ampiamente diffusi e quindi, per poter raggiungere risultati duraturi nella lotta contro la sovra-mortalità, è necessario cambiare in profondità gli stili di vita.

Normalmente chi dà inizio ai nuovi stili di vita sono le classi medie: in Russia le classi medie sono poco numerose. La sovra-mortalità ha anche un carattere di classe o di ceto; infatti la mortalità fra le classi agiate, medie ed intellettuali, è infatti più bassa delle classi povere e a basso livello di istruzione, oltre ad avere anche una discriminazione regionale; si muore meno a San Pietroburgo e a Mosca che nella Russia asiatica e caucasica. Il problema è che in Russia le classi medie sono in numero non sufficiente per imporre il loro stile di vita a tutto il paese ed il loro stile di vita non viene imitato dalle classi popolari che continuano nei loro vecchi stili di vita.

Esistono poi anche altre cause di morte che vengono chiamate cause esterne e contribuiscono alla sovra-mortalità russa, come per esempio le morti per incidenti stradali, come si evince dalla tabella sottostante.

Nella Federazione Russa le cause esterne di mortalità, fra cui le sunnominate morti per incidenti stradali o per atti violenti sono molto alte soprattutto fra i maschi, ed è circa 3 volte più alta che nei paesi occidentali. Le cosiddette cause esterne uccidono un alto numero di maschi (18,2%) , mentre il tumore ne uccide un numero minore (13 %).

A peggiorare la situazione sono comparse, esplodendo, nuove malattie epidemiche come HIV e vecchie malattie che si ritenevano vinte come la tubercolosi.

 

 

 

 

4. – Il sistema sanitario russo

 

Come abbiamo visto precedentemente la spesa russa per la salute sul reddito nazionale è inferiore a quella dei Paesi Occidentali di circa 4 punti percentuali, ma al di là di tale importante differenza, le cui conseguenze sono mostrate dal grafico sottostante, il sistema sanitario russo abbisogna di profonde riforme per allontanarsi dal modello sovietico. Il sistema sanitario sovietico aveva sviluppato un sistema di cura che aveva svolto un ottimo lavoro, ma che non era stato capace di riformarsi al tempo dovuto. La parte più importante della struttura era basata sui policlinici nelle città mentre nelle campagne esistevano ambulatori.

Tutta l’enfasi era ed ancora sulle strutture ospedaliere, e molto meno si è fatto sulla prevenzione e sull’educazione sanitaria e sulla diffusione di strutture di filtro e controllo della salute pubblica (primary health care). In Russia il medico di base che è stato creato dalle nuove riforme ha bassi salari e basso prestigio, poco training e i cittadini non amano molto la nuova figura di medico creata. Persiste un eccessivo affidamento sulla ospedalizzazione per malattie che potrebbero essere curate al di fuori di tale struttura. Si stima che in Russia un terzo delle ospedalizzazioni non sia necessario.

 

 

 

 

 

5. – L’emigrazione

 

L’ultimo punto trattato nella mia relazione in rapporto alla crisi demografica russa è il ruolo della emigrazione.

Negli ultimi vent’anni nella Federazione Russa si è avuto un grande movimento migratorio composto da due grandi flussi diversi: il primo è costituito dalla migrazione di popolazione russa dagli Stati che precedentemente appartenevano alla Unione Sovietica e che preferiscono tornare a vivere in Russia come descritto nella seconda tavola. Il secondo flusso è costituito da una emigrazione che cerca lavoro e che in gran parte proviene dagli ex Stati Sovietici. Questi due flussi migratori hanno avuto grande importanza nel contrastare gli effetti dovuti alla crisi demografica russa e mentre il primo flusso va diminuendo, come appare dal grafico, l’emigrazione per motivi economici va continuamente crescendo anche grazie alle misure di liberalizzazione degli ingressi avvenuta nel 2006 per gli emigranti provenienti dai paesi ex-sovietici.

 

 

 

 

Questo è stato fatto per controllare il flusso migratorio, ma come si vede dalla tavola sottostante, il numero degli emigranti illegali va crescendo e si stima che siano intorno ai 4-5 milioni.

 

I settori economici in cui vanno a lavorare gli emigranti sono soprattutto l’edilizia, il commercio al minuto e all’ingrosso e i servizi alla persona per la nuova classe media agiata russa.

L’emigrazione e l’eventuale concessione della cittadinanza sembrano essere le armi che la Russia ha per contrastare nel breve periodo il processo di depopolazione. Ma vi sono due formidabili ostacoli da superare: il primo è la quasi totale mancanza di una politica sull’emigrazione del governo russo per non parlare di una politica generosa di concessione della cittadinanza. Il secondo ostacolo è la ostilità che gran parte del popolo russo ha nei confronti del fenomeno migratorio, atteggiamento che sarà difficile mutare in breve tempo.

Dalle considerazioni precedenti appare chiaro ed incontrovertibile che per contrastare la crisi demografica russa è necessario agire su piani diversi: dalla riforma del sistema sanitario, al cambiamento degli stili di vita, al rifacimento della rete stradale obsoleta che non regge il ritmo della motorizzazione dei cittadini russi, ad una politica sull’emigrazione che tenga conto della realtà russa e delle nuove necessità del mercato del lavoro. Sulla politica della concessione della cittadinanza e su una nuova politica russa della cittadinanza non sembra che un Caracalla russo sia alle porte nel clima di nazionalismo eccitato che si respira oggi in Russia.