DA ROMA ALLA TERZA ROMA
XXXV SEMINARIO INTERNAZIONALE DI
STUDI STORICI
Campidoglio, 21-22 aprile 2015
Gian Paolo Caselli
Università di Modena e Reggio Emilia
IL PROBLEMA
DEMOGRAFICO RUSSO, EMIGRAZIONE E CITTADINANZA
SOMMARIO: 1. Premessa. – 2. Alcuni dati generali. – 3. Le persone in Russia muoiono prima che le persone nell’ovest,
qualunque siano le cause di morte. – 4. Il
sistema sanitario russo. – 5. L’emigrazione
Il problema demografico russo è
riassumibile in pochi numeri: la popolazione russa all’epoca della scomparsa
dell’Unione Sovietica era di circa 148 milioni di abitanti; attualmente il
numero dei cittadini russi è attorno ai 141 milioni. In circa 20 anni sono
stati persi circa sette milioni di cittadini russi. La dirigenza russa ha
spesso riconosciuto la gravità del problema demografico russo, e negli ultimi
dieci anni ha agito su tre piani per tentare di arginare questo terribile
fenomeno che non ha precedenti in tempo di pace nel resto del mondo. Ha avviato
una politica di incentivazione della natalità con politiche che ricordano le
politiche augustee (lex Iulia de
maritandis ordinibus), tentativi di riforma del sistema sanitario ereditato
dall’epoca sovietica, politiche sull’emigrazione.
Molti studi sono stati compiuti
per capire le cause di questo peculiare fenomeno che se non arginato può
mettere in pericolo non solo lo sviluppo economico futuro del paese, ma anche
la stessa struttura sociale.
Sono stati identificati molti
fattori che concorrono a provocare tale fenomeno che verranno discussi
successivamente, ma il fenomeno macroscopico che colpisce ogni osservatore di
tale fenomeno è la bassa aspettativa di vita di entrambi i sessi, ma
soprattutto della popolazione maschile in età lavorativa. Un cittadino russo di
sesso maschile di vent’anni in base ai tassi di mortalità del 2010 ha solamente
il 63% di probabilità di raggiungere i sessanta anni, mentre un ventenne
europeo ha il 90 % di probabilità.
Per gli uomini fino a 64 anni i
tassi di mortalità sono 5 volte più alti di quelli nella UE (359 per 100.000
contro 67 per 100.00). Tutti gli esperti convengono che la causa principale di
tale strage è il consumo di alcol a cui si aggiungono una dieta sbilanciata, il
fumo ed il modo di operare del sistema sanitario russo.
La tabella susseguente mostra la
speranza di vita degli uomini e donne russe in confronto con gli altri paesi
che appartenevano all’Unione Sovietica da cui emerge che il problema è comune a
tutta l’area post-sovietica con piccole variazioni intorno ad una media che può
essere rappresentata dalla Federazione Russa.
Nella seconda tabella vengono
riportate le spese per la salute sia pubblica che privata dei paesi CSI; la
spese pro capite russa è di 998
dollari a parità di potere d’acquisto, pari al 5,1 % del reddito nazionale, la
parte pubblica di tale spesa è di 3,2%, il 2 % quella privata, mentre la spesa
privata legale ed illegale
è circa 31 % della spesa totale.
La differenza della spesa
sanitaria russa con quella dei paesi europei è di circa 4 punti percentuali: la
quota di spesa sanitaria di tali paesi è pari al 9,10% del reddito contro i
cinque della Federazione russa. Gli Stati Uniti spendono per la salute il 15%
del reddito nazionale, ma il differenziale con i Paesi Europei in realtà
nasconde gli sprechi e le inefficienze del sistema sanitario statunitense in
cui si annidano notevoli posizioni di rendita e che in realtà non migliorano le
aspettative di vita dei cittadini statunitensi.
Se l’attuale tendenza alla
diminuzione della popolazione continuerà, tutte le proiezioni, sia quelle degli
istituti russi, sia quella degli istituti occidentali, prevedono che la
popolazione russa al 2050 sia compresa fra i centoventi e cento milioni di
cittadini. Ovviamente questo avverrà se non verranno adottate misure che
riescano ad invertire tale tendenza.
Dopo questa esposizione generale
è necessario esaminare più dettagliatamente le cause della crisi demografica
russa, che sono sostanzialmente quattro:
•
Basso tasso di fertilità russo.
•
Morte precoce delle coorti
maschili dai 20 ai sessanta.
•
Emigrazione.
•
Inefficienza del sistema
sanitario russo.
La prima causa, ma non la più
importante, è il basso tasso di fertilità russo che è un fenomeno di lungo
periodo, come risulta dal grafico sottostante; attualmente il tasso di
rimpiazzo è di 1,5, mentre quello necessario per tenere la popolazione costante
è 2.
Come è possibile vedere dal
grafico, la crisi di natalità russa non è diversa da quella che si verifica in
altri paesi occidentali, ma la differenza della Russia con tali paesi è che la
decrescita nella natalità non è accompagnata da un aumento della vita media.
Il governo russo ha preso molti
provvedimenti attraverso varie forme di finanziamento alle famiglie per
favorire ed incentivare la natalità, ma i demografi sono molto scettici
sull’efficacia di tali provvedimenti, poiché l’esperienza storica dimostra che
la fertilità femminile cambia molto lentamente ed eventuali picchi di fertilità
non sono rilevanti e non mutano la sottostante tendenza.
Con il progresso della medicina
e lo sviluppo economico e sociale, l’età di morte si innalza per tutti i paesi
che avanzano sulla via della crescita economica e sociale. La Russia fa
eccezione a questo pattern di
sviluppo proprio dei paesi che sono entrati a pieno titolo nella modernità
capitalistica. Come abbiamo visto precedentemente i cittadini russi, uomini e
donne, muoiono mediamente prima dei cittadini dell’Europa Occidentale, del
Giappone e degli Stati Uniti per tutte le cause di morte, come appare dalle
tavole seguenti.
Quello che colpisce è che, come
risulta dalla precedente tabella, per tutte la cause di morte, i cittadini
russi muoiono prima dei cittadini degli stati occidentali.
In realtà la mortalità russa è
sempre stata più alta dei paesi occidentali, ma negli anni successivi alla
guerra, il tasso di mortalità è diminuito soprattutto grazie all’uso degli
antibiotici, delle vaccinazioni, ma successivamente questa tendenza si è
arrestata. L’Unione Sovietica non è riuscita a compiere la transizione da un
regime di mortalità che ha vinto le cause di morte curabili con antibiotici, ma
non è riuscita ad affrontare le cause di morte come il cancro e le malattie
cardiovascolari, che si manifestano normalmente oltre i sessanta anni di età.
La seconda causa di morte è
l’alta mortalità infantile, paragonata agli altri paesi ad avanzato sviluppo.
Come risulta dal grafico seguente la mortalità infantile russa è molto più alta
degli altri paesi avanzati
Dal grafico risulta che la
mortalità infantile, pur essendo la stessa in Russia e in Europa negli anni
Sessanta, è sensibilmente peggiorata e nel 2005 è l’11 per mille, contro il 4,6
dell’Unione Europea, il 6,5 degli Stati Uniti ed il 3 per mille del Giappone.
La seconda importante
caratteristica della strana struttura della mortalità russa è il grande numero
di cause di morte ad una giovane età. Nei Paesi Occidentali lo sforzo maggiore
dagli anni sessanta in poi è stato quello di ridurre la mortalità in età
avanzata, dovuta a disturbi circolatori, tumori, diabete; questo cambiamento di
obiettivo ha cambiato la scienza medica ed i sistemi di cura.
La grande differenza nella
struttura della mortalità fra Paesi Occidentali e Russia risiede nel legame fra
tale struttura, sistemi di vita, comportamenti di massa e struttura sanitaria.
Non vi è legame più chiaro fra morti maschili e femminili in età fra i 20 ed i
60 anni come nel legame fra malattia cardiovascolare e consumo di alcol. Se
ricordiamo il caso della campagna anti alcol del 1985-87 illustra bene il
fenomeno. In questo periodo la speranza di vita maschile aumenta di 3,1 anni e
per le donne di 1,3.
Questo esempio sottolinea il
legame fra sovra-mortalità russa e costumi di vita ampiamente diffusi e quindi,
per poter raggiungere risultati duraturi nella lotta contro la sovra-mortalità,
è necessario cambiare in profondità gli stili di vita.
Normalmente chi dà inizio ai
nuovi stili di vita sono le classi medie: in Russia le classi medie sono poco
numerose. La sovra-mortalità ha anche un carattere di classe o di ceto; infatti
la mortalità fra le classi agiate, medie ed intellettuali, è infatti più bassa
delle classi povere e a basso livello di istruzione, oltre ad avere anche una
discriminazione regionale; si muore meno a San Pietroburgo e a Mosca che nella
Russia asiatica e caucasica. Il problema è che in Russia le classi medie sono
in numero non sufficiente per imporre il loro stile di vita a tutto il paese ed
il loro stile di vita non viene imitato dalle classi popolari che continuano
nei loro vecchi stili di vita.
Esistono poi anche altre cause
di morte che vengono chiamate cause esterne e contribuiscono alla
sovra-mortalità russa, come per esempio le morti per incidenti stradali, come
si evince dalla tabella sottostante.
Nella Federazione Russa le cause
esterne di mortalità, fra cui le sunnominate morti per incidenti stradali o per
atti violenti sono molto alte soprattutto fra i maschi, ed è circa 3 volte più
alta che nei paesi occidentali. Le cosiddette cause esterne uccidono un alto
numero di maschi (18,2%) , mentre il tumore ne uccide un numero minore (13 %).
A peggiorare la situazione sono
comparse, esplodendo, nuove malattie epidemiche come HIV e vecchie malattie che
si ritenevano vinte come la tubercolosi.
Come abbiamo visto
precedentemente la spesa russa per la salute sul reddito nazionale è inferiore
a quella dei Paesi Occidentali di circa 4 punti percentuali, ma al di là di
tale importante differenza, le cui conseguenze sono mostrate dal grafico
sottostante, il sistema sanitario russo abbisogna di profonde riforme per
allontanarsi dal modello sovietico. Il sistema sanitario sovietico aveva
sviluppato un sistema di cura che aveva svolto un ottimo lavoro, ma che non era
stato capace di riformarsi al tempo dovuto. La parte più importante della
struttura era basata sui policlinici nelle città mentre nelle campagne
esistevano ambulatori.
Tutta l’enfasi era ed ancora
sulle strutture ospedaliere, e molto meno si è fatto sulla prevenzione e
sull’educazione sanitaria e sulla diffusione di strutture di filtro e controllo
della salute pubblica (primary health
care). In Russia il medico di base che è stato creato dalle nuove riforme
ha bassi salari e basso prestigio, poco training
e i cittadini non amano molto la nuova figura di medico creata. Persiste un
eccessivo affidamento sulla ospedalizzazione per malattie che potrebbero essere
curate al di fuori di tale struttura. Si stima che in Russia un terzo delle
ospedalizzazioni non sia necessario.
L’ultimo punto trattato nella
mia relazione in rapporto alla crisi demografica russa è il ruolo della emigrazione.
Negli ultimi vent’anni nella
Federazione Russa si è avuto un grande movimento migratorio composto da due
grandi flussi diversi: il primo è costituito dalla migrazione di popolazione
russa dagli Stati che precedentemente appartenevano alla Unione Sovietica e che
preferiscono tornare a vivere in Russia come descritto nella seconda tavola. Il
secondo flusso è costituito da una emigrazione che cerca lavoro e che in gran
parte proviene dagli ex Stati Sovietici. Questi due flussi migratori hanno
avuto grande importanza nel contrastare gli effetti dovuti alla crisi
demografica russa e mentre il primo flusso va diminuendo, come appare dal
grafico, l’emigrazione per motivi economici va continuamente crescendo anche
grazie alle misure di liberalizzazione degli ingressi avvenuta nel 2006 per gli
emigranti provenienti dai paesi ex-sovietici.
Questo è stato fatto per
controllare il flusso migratorio, ma come si vede dalla tavola sottostante, il
numero degli emigranti illegali va crescendo e si stima che siano intorno ai
4-5 milioni.
I settori economici in cui vanno
a lavorare gli emigranti sono soprattutto l’edilizia, il commercio al minuto e
all’ingrosso e i servizi alla persona per la nuova classe media agiata russa.
L’emigrazione e l’eventuale
concessione della cittadinanza sembrano essere le armi che la Russia ha per
contrastare nel breve periodo il processo di depopolazione. Ma vi sono due
formidabili ostacoli da superare: il primo è la quasi totale mancanza di una
politica sull’emigrazione del governo russo per non parlare di una politica
generosa di concessione della cittadinanza. Il secondo ostacolo è la ostilità
che gran parte del popolo russo ha nei confronti del fenomeno migratorio,
atteggiamento che sarà difficile mutare in breve tempo.
Dalle considerazioni precedenti
appare chiaro ed incontrovertibile che per contrastare la crisi demografica
russa è necessario agire su piani diversi: dalla riforma del sistema sanitario,
al cambiamento degli stili di vita, al rifacimento della rete stradale obsoleta
che non regge il ritmo della motorizzazione dei cittadini russi, ad una
politica sull’emigrazione che tenga conto della realtà russa e delle nuove
necessità del mercato del lavoro. Sulla politica della concessione della
cittadinanza e su una nuova politica russa della cittadinanza non sembra che un
Caracalla russo sia alle porte nel clima di nazionalismo eccitato che si
respira oggi in Russia.